lunedì 27 settembre 2010

Workflow

L'era digitale ha permesso non solo la diffusione della fotografia ma anche il controllo quasi totale di tutti i passaggi di lavorazione dell'immagine a chiunque.

Ai tempi della pellicola (non che siano passati ormai definitivamente) solo gli appassionati piu intransigenti si occupavano anche dello sviluppo del negativo e della sua stampa su carta. Questo perchè tutto il procedimento è abbastanza complesso, richiede attrezzatura specifica, acidi e tempo da trascorrere in una stanzetta completamente buia.

Oggi tutto il procedimenti si è semplificato (almeno apparentemente) perchè gli strumenti da usare sono gli stessi che comunque sono in possesso della maggior parte dei fotoamatori: il computer e la stampante.

Il negativo

Sono in pochi ormai a non sapere che le macchine fotografiche digitali piu avanzate (sia compatte che reflex) offrono la possibilità di scattare in RAW.
Il file RAW contiene tutti i dati registrati dal sensore senza elaborazioni, per questo si suole definirlo spesso il negativo digitale. Da esso si possono estrarre informazioni che una foto in jpeg non conterrebbe piu, si possono apportare con grande facilità correzioni altrimenti impossibili o molto difficili ed è un file difficilmente alterabile.
Però esso non è adatto a fornire un'immagine finale da utilizzare per la stampa o anche per la semplice visione su PC e quindi richiede uno sviluppo.

Lo sviluppo

Lo sviluppo avviene attraverso un programma in grado di leggere il file RAW e ricavarne un file in altro formato. Spesso questo programma consente di apportare modifiche alla foto scattata e il numero di strumenti a disposizione e la loro efficacia e facilità d'uso dipendono dal programma utilizzato.

Ho usato per anni Rawshooter ma poi è stato acquistato da Adobe che ne ha interrotto l'aggiornamento e lo sviluppo per farne confluire le migliori caratteristiche in Lightroom.
Ora uso proprio quest'ultimo programma, che oltre a consentire uno sviluppo dei RAW veloce e facile permette anche la gestione del proprio archivio di fotografie.

Il mio punto di vista è questo: la migliore cosa è apportare il maggior numero di interventi possibili proprio in questa fase.
La mia esperienza mi dice che gli interventi sul RAW sono quelli che producono un deterioramento minore della qualità finale dell'immagine e spesso sono quelli piu efficaci (vedi bilanciamento del bianco).
Io cerco sempre se possibile di ottenere una foto finita con la sola conversione del RAW in jpeg.
Se proprio ci sono degli interventi che si possono fare solo in Photoshop allora converto il file RAW prima in Tiff e lavoro su quello con altri programmi di foto ritocco e poi alla fine ne ricavo comunque un Jpeg che sarà il file finale.

Il JPEG

Il jpeg rappresenta un pò la stampa, almeno per quelli che ormai hanno anche perso l'abitudine a stampare su carta. Sarà questo file che verrà "usato" per tutti gli scopi possibili: per essere stampato, per essere pubblicato sul web, per essere guardato sul PC o su un televisore, per essere inviato via e-mail.
Ma allora perchè non scattare direttamente in Jpeg? Semplice! Perché in questo modo avremmo solo un file finito a cui sarebbe meglio non apportare piu modifiche, un po' come se scattassimo con una moderna Polaroid che non restituisce un negativo ma direttamente una stampa.
E perchè non effettuare dei ritocchi direttamente ad un jpeg? Perchè si tratta di un file compresso con perdita dei dati, il che vuol dire che quando viene creato il jpeg esso sarà si piu piccolo ma non tutti i dati presenti in origine saranno presenti. Una piccola parte sarà andata irrimediabilmente perduta e se eseguendo questa operazione una sola volta la differenza sarà difficilmente percepibile, modificando e salvando ripetutamente una foto il deterioramento diventerà sempre piu marcato.

La stampa

Quì ci sono varie correnti di pensiero, come in tutti i passaggi precedenti d'altronde.
Il fotografo che volesse curare al 100% tutti i passaggi dovrebbe attrezzarsi di stampante e provvedere da sé. Ci sono oggi stampanti in grado di sfornare stampe di altissima qualità e il loro prezzo non è nemmeno proibitivo, però il costo della carta e delle cartucce fa salire i prezzi delle singole stampe al punto tale che io preferisco affidarmi ad un laboratorio.
Quì emerge però la necessità di trovare chi offra una qualità ineccepibile, altrimenti vi ritroverete il prodotto di un laboratorio abituato a processare gli ordini di migliaia di foto 10-15cm dei turisti di ritorno dalle vacanze. 
Le persone in genere gradiscono molto immagini contrastate e ben sature e questo fanno questi laboratori!
Trovatene uno che vi soddisfi nella qualità della carta, e che non apporti modifiche alle vostre foto e vivrete felici!

giovedì 2 settembre 2010

La fissa per i fissi

Bisogna amarlo o odiarli, non c'è una via di mezzo.
Gli obiettivi fissi hanno per un tempo lunghissimo rappresentato l'unico modo di fotografare. Con il progresso tecnologico però gli zoom hanno recuperato terreno sul fronte della qualità e hanno con la loro versatilità rubato la scena ai fissi, tant'è che oggi molti costruttori considerano piu importanti i primi.

Canon non fa eccezione mi sembra. Da tempo molti appassionati auspicano il rinnovo del parco ottiche proprio nel segmento dei fissi di categoria economica e invece: si presentano nuovi zoom ad ogni occasione.
Unica eccezione è quella degli obiettivi professionali piu costosi, che ancora beneficiano di aggiornamenti periodici (vedi i nuovi 300mm e 400mm f/2.8).

Ma che vantaggi offre l'obiettivo a focale fissa e perchè uno dovrebbe preferirlo?
Intanto, in genere, gli obiettivi a focale fissa offrono quasi sempre luminosità molto elevate, mai disponibili sugli zoom e questo senza diventare proibitivi nel prezzo. Un esempio? Il 50mm f/1.8 costa solo un centinaio di euro e offre una luminosità inarrivabile per qualsiasi zoom.
Ma non finisce quì! Lo schema ottico di un obiettivo zoom è per forza di cose un compromesso. Per cercare di renderlo quanto piu utilizzabile a tutte le focali, non si può privilegiare la resa a nessuna di esse.
Oggi ci sono alcuni zoom che si avvicinano molto alle prestazioni dei fissi, ma in genere non è così, specie per i vetri con l'escursione piu lunga.
I fissi invece non devono fare compromessi e il loro schema ottico è quello ideale per quella lunghezza focale e questo si vede subito. Non per niente un 50mm da 100€ può permettersi una nitidezza che molti obiettivi serie L non raggiungono.

Dopo aver attesa inutilmente la presentazione di nuovi obiettivi da parte di Canon ho deciso: il 35mm f/2 per quanto vecchio, sarà mio!